La Liberi Nantes Football Club è la prima squadra di calcio composta da rifugiati e richiedenti asilo, che partecipa al campionato di terza categoria senza poter concorrere al titolo. Alla maggior parte dei giocatori, infatti, mancano ancora i documenti richiesti dalla Federazione per poter competere a tutti gli effetti. L’esclusione della squadra dalla classifica riflette l’impossibilità dei migranti di “mettersi in gioco” in un paese straniero. Il campo di calcio è il pretesto per addentrarci nella pluralità delle vite che lo calcano.
Chichi e Max si sono conosciuti nel centro di accoglienza, entrambi in fuga dalla Nigeria, sognano di diventare in Europa calciatori di successo. Per questo impiegano il tempo e le energie disponibili negli allenamenti quotidiani, trascurando i corsi di italiano e la ricerca di un lavoro “vero”.
Seck è arrivato in Italia per cercare quella tranquillità che aveva perso in Senegal. Il rimpianto per la felicità passata si unisce al tentativo di uscire dall’isolamento del centro d’accoglienza per trovare un posto dove sentirsi di nuovo a casa.
Mohamed attraverso giri per la città, ci conduce alla scoperta dei luoghi di Roma di cui si è appropriato nel tentativo di costruirsi una vita, in balia tra instabilità, consapevolezza e mancanza del Gambia.
Quella in cui vivono i protagonisti è un’esistenza sospesa fatta di lavori occasionali, amicizie nate nel bisogno, luoghi asettici e paradossali, labirinti di burocrazia. Vite sempre più divise fra realtà e aspettativa. Il campo di calcio è il luogo del loro incontro, mentre i momenti “fuori campo” diventano l’occasione per poter scoprire parte della realtà di queste quattro vite sospese, durante la desertica estate del 2016.